ECDC: rischi per la salute dalla crescita dei ceppi batterici resistenti ai carbapeneni
Pubblicato dal Centro Europeo per la Prevenzione ed il Controllo delle Malattie (ECDC) il documento “Rapid Risk Assessment - Carbapenem-resistant enterobacteriaceae - first update“ che valuta il rischio per i pazienti ed i sistemi sanitari nell’Unione Europea (EU) e nell’Area Economica Europea (EEA) dovuti alla diffusione globale degli Enterobatteri resistenti ai carbapenemi (CRE).
La resistenza ai carbapenemi è stata segnalata con crescente frequenza e diffusione geografica già dall’inizio degli anni 60 del secolo scorso. Per il 2016, i dati della Rete Europea di Sorveglianza sulla Antibiotico-resistenza (EARS-Net) mostrano una grande differenza fra gli Stati nelle percentuali di infezioni resistenti ai carbapenemi causate da Klebsiella pneumonia, tali percentuali variano dallo 0% al 67%.
La prevalenza è ancora bassa nella maggior parte dei paesi europei, tuttavia la Romania (prevalenza 31%), l’Italia (34%) e la Grecia (67%) sono fra i paesi che segnalano le più alte prevalenze al mondo. In generale, se la frequenza della resistenza ad un antibiotico è elevata, questo non può essere più raccomandato per il trattamento empirico, a causa del rischio che lo stesso sia inefficace. Nel caso di infezione da enterobatteri resistenti ai carbapenemi, non esiste un antibiotico alternativo per il trattamento empirico che non comporti gravi effetti collaterali o altre complicazioni.
Il documento dell’ECDC evidenzia come interventi chiave per prevenire e controllare l’emergenza e la diffusione degli Enterobatteri resistenti ai carbapenemi siano la stretta aderenza alle misure per il controllo delle infezioni e l’implementazione di programmi di antimicrobial stewardship.
Allegati:
Carbapenem-resistant Enterobacteriaceae - first update
Per ulteriori informazioni:
Rise of carbapenem-resistant Enterobactericaeae: A threat to health in Europe
Fonte: European Centre for Disease Prevention and Control - ECDC
Ugo Caroselli
Redazione SifoWeb