Vaccinazione COVID-19: comunicato congiunto ECDC – EMA sulla 4^ dose
Pubblicata una dichiarazione congiunta ECDC - EMA riguardo alla somministrazione di una quarta dose dei vaccini COVID-19 a mRNA Comirnaty e Spikevax.
La task force del Centro Europeo per la Prevenzione ed il Controllo delle Malattie (ECDC) – EMA sul Covid-19 (ETF), allo scopo di fornire ai paesi della Unione Europea e dell’Area Economica Europea una posizione comune sulla necessità, allo stato attuale, e sui benefici di una quarta dose (seconda dose booster) di vaccini COVID-19 a mRNA, ha preso in esame ed elaborato gli studi e i dati epidemiologici disponibili a riguardo.
Le prove sugli effetti di una quarta dose di vaccino sono in gran parte quelli provenienti da Israele, dove i dati indicano che una seconda dose booster, data almeno 4 mesi dopo il primo booster, ristabilisce il livello degli anticorpi senza dar luogo a problemi di sicurezza. I dati suggeriscono inoltre che una seconda dose booster fornisce una protezione aggiuntiva contro la malattia grave, sebbene la durata dei benefici non sia ancora nota e le prove siano ancora limitate.
Dopo aver esaminato ed elaborato gli studi e i dati epidemiologici disponibili, la task force ECDC – EMA sul Covid-19 ha concluso che è ancora troppo presto prendere in considerazione la somministrazione di una quarta dose nella popolazione generale.
Comunque entrambe le Agenzie hanno convenuto che una quarta dose può essere somministrata ad adulti ultraottantenni dopo aver operato una revisione dei dati sul maggior rischio di COVID-19 grave in questo gruppo di età e la protezione offerta da una quarta dose.
L’ECDC e l’EMA hanno anche preso atto che non c’è al momento nessuna prova evidente nella UE che la protezione nei riguardi della malattia grave sia diminuita sostanzialmente negli adulti di età compresa fra 60 e 79 anni con sistemi immunitari normali e, pertanto, non c’è una prova evidente a sostegno dell’uso immediato di una quarta dose.
É necessario un continuo monitoraggio dei dati, a cura della Autorità nazionali, al fine di determinare se si manifesti un incremento della malattia grave fra i vaccinati di tale fascia di età. Una modifica dell’attuale situazione potrebbe rendere necessario considerare la necessità di una quarta dose che, nel frattempo, potrebbe essere opportuno somministrare, in relazione ai dati locali, agli individui più a rischio.
Per gli adulti con meno di 60 anni, con normale sistema immunitario, non esiste alcuna prova conclusiva che la protezione contro la malattia grave sia diminuita o che ci sia un valore aggiunto per una quarta dose.
Per ulteriori informazioni:
Fonte: www.ecdc.europa.eu
Redattore SifoWeb